di Ferri Sara (3°C) – Ganzerli Sofia (1°A) – Prencipe Alice (1°D) – Rossi Matilde (1°A)
È il 30 gennaio 2020: siamo tutti sconvolti, al telegiornale hanno appena
annunciato che in Italia, e quindi nelle nostre vite, si sta diffondendo una grave
epidemia, che con il susseguirsi del tempo diventerà una pandemia: il COVID19.
Che cos’è il Covid-19?
Il Covid-19, o Coronavirus, è un VIRUS, che è partito dalla Cina fino ad arrivare
in Italia. Gli scienziati non sanno che genere di microrganismo sia, i medici non
sanno come curarlo. All’inizio lo stupore e lo spavento avevano avuto la meglio
sulla paura, sembrava solo un’influenza molto contagiosa, ma poi si è scoperto che
poteva essere un vero e proprio pericolo mortale per tutti.
Ecco tutto quello che il COVID-19 ci ha portato e causato…
Il lock-down
Una sera il Presidente Conte annuncia che dal giorno seguente molte attività
sarebbero state chiuse, costringendoci a restare in casa. Molti adulti non
lavoravano più e i nostri amati bar, ristoranti e negozi avevano tirato giù le
serrande. All’inizio eravamo tutti contenti di prendere una pausa dal lavoro e
dalla scuola, ma dopo settimane, mesi, in queste condizioni le ore erano diventate interminabili, i giorni infiniti e volevamo tornare alla nostra vita di prima. Intanto
il Governo continuava a rimandare la riapertura delle scuole e delle attività. Le
poche volte in cui potevamo lasciare casa nostra era per fare la spesa, per andare
in farmacia, o in ospedale, in pratica SOLO per acquistare i beni di prima
necessità o per particolari esigenze, e se le forze dell’ordine ti trovavano per
strada senza autocertificazione, ti facevano una bella multa salata!
Non potevamo uscire,
casa nostra ci sembrava
quasi una cella!
Cosa facevamo durante il lock-down.
Stare a casa era diventato insopportabile. Ormai la noia era superiore alla paura
di prendere il Covid. Avevamo provato tutti i giochi di società presenti in casa,
dal primo all’ultimo, persino quelli che non sapevamo neanche di avere. Il lievito
e la farina erano diventati la nostra salvezza, ormai erano più preziosi dell’oro, e
al supermercato era molto raro trovarli! Durante il lock-down ci siamo
improvvisati un po’ tutti chef. Si preparavano torte di ogni forma e gusto, pane,
pizza, gnocco e anche la pasta fatta in casa. Oltre che cucinare c’è un’altra
attività che abbiamo fatto tutti: LA MARATONA DI FILM E SERIE TV! Ormai non sapevamo più che cosa guardare, avevamo finito tutti i programmi in
televisione e nei vari siti! È stato proprio in questi momenti che abbiamo capito
che uscire, stare all’aperto, fare una passeggiata non è una cosa scontata…
La scuola ai tempi del Covid-19.
Era il 24 febbraio 2020 quando, per colpa del Covid-19 che si diffondeva
velocemente, la scuola ha dovuto chiudere. All’inizio eravamo felici di stare a
casa ma in realtà non sapevamo che da lì a poco ci avrebbero costretti a
barricarci nelle nostre abitazioni. Abbiamo iniziato a fare le videolezioni e ci
siamo ritrovati a dover parlare con un computer. Senza poter abbracciare i nostri
amici all’entrata di scuola, senza poter guardare negli occhi i professori che
spiegavano, non abbiamo più provato le stesse emozioni: la nostra vita era
cambiata.
Ma non finisce qui, quando il 15 settembre 2020 siamo tornati finalmente a
scuola, siamo stati costretti a indossare la mascherina: l’incubo di tutti i ragazzi.
È come quella che usano i chirurghi e ci rendeva irriconoscibili, talmente tanto
che nemmeno i professori ci riconoscevano più!
I rapporti sociali ai tempi del Covid.
Durante la quarantena i nostri rapporti sociali sono stati limitati a causa del
lock-down e delle videolezioni. La nostra salute dipende molto dalle relazioni che
abbiamo anche se non ce ne rendiamo conto. Per esempio:
● negli anziani socialmente più integrati e attivi, le
perdite di memoria sono significativamente minori;
● studi hanno dimostrato che le ferite si
rimarginano più velocemente in coloro che hanno
buone relazioni coniugali;
● è stato dimostrato di recente che le cattive
relazioni sociali agiscono sul sistema immunitario
stimolandolo rapidamente a produrre sostanze
infiammatorie che a loro volta favoriscono la
comparsa di molte malattie.
É vero che oggi a causa del Covid siamo
costretti a dover mantenere le distanze
sociali, ma grazie alle nuove tecnologie è
possibile ridurre questo isolamento. Pensiamo
alle videochiamate che possiamo fare, alle
telefonate, alle chat, tutti strumenti che ci
permettono un aumento della quantità digitale
dei rapporti. Esistono applicazioni che ci permettono di fare
videochiamate di gruppo, mangiare e bere insieme ed è possibile farlo
anche a distanza con la videochat. Inoltre è possibile guardare un film o
un programma TV contemporaneamente da lontano: ci sono strumenti per
sincronizzarsi su più computer e per trasmettere gli stessi video su
schermi diversi. Impegnarsi per una cena o un pranzo con qualcuno è un
segnale di interesse nei confronti di quella relazione. L’Italia viene divisa a colori!
A settembre il Comitato Tecnico Scientifico ha cominciato
a colorare di giallo, arancione e rosso le regioni d’Italia in
base al numero dei contagi. Chi è in zona gialla è fortunato,
perché pur rispettando le norme anti-covid può usufruire
di tutti i servizi, inoltre può spostarsi per tutta la regione,
spostandosi in regioni dello stesso colore.
Per chi è arancione è già più complicato: i servizi sono aperti
ma non è possibile la consumazione sul posto, per spostarsi
dai comuni bisogna avere un motivo valido (scuola, lavoro,
ecc…), oppure si possono spostare senza una valida ragione solo le persone che
abitano in un comune di meno di 5.000 abitanti, ma entro i 30 km.
Nelle regioni in zona rossa invece è tutto chiuso tranne i beni di prima necessità
e si può uscire solo per recarsi al lavoro o per andare a scuola (fino alla prima
media).
Gli operatori sanitari diventano eroi.
Durante il periodo della pandemia, medici,
infermieri, oss… erano diventati eroi per la
comunità: facevano il loro lavoro come sempre,
ma in condizioni nettamente peggiori e con un
ALTISSIMO rischio di ammalarsi a loro volta.
Facevano doppi turni perché molti dei loro
colleghi si erano ammalati. Quando poi
tornavano finalmente a casa, lo stato di stress
non calava perché dovevano stare attenti a non avvicinarsi troppo ai loro
familiari, per paura di aver preso il covid e contagiare anche loro. Quando
lavoravano a contatto con dei pazienti affetti da Coronavirus, dovevano
indossare larghe tute bianche o blu che li rendevano irriconoscibili. Avevano
strati e strati di mascherine, inoltre dovevano mettere le visiere, ma anche con queste protezioni, che ormai erano diventate degli “accessori” sempre presenti
durante le ore di lavoro, non si sentivano mai del tutto protetti.
Erano nati anche diversi post che rappresentavano i sanitari come eroi messi a
“confronto” con quelli dei film e servivano per dare coraggio a tutti i lavoratori
degli ospedali o per dirgli semplicemente “GRAZIE”.
In calce il link per scaricare l’articolo:
1 – DAL MONDO DELLA SCUOLA – Il Covid-19 travolge le nostre Vite