Cara scuola, questo mi sembra un addio…
Cara scuola,
ormai ci siamo, noi classi terze ci troviamo alla fine nel nostro percorso scolastico delle medie. Se mi avessero fatto la domanda “cosa hai da dire alla tua scuola?” quando ero in prima, avrei risposto in modo totalmente diverso rispetto ad ora, grazie alle varie idee e alla maturità acquisita nei 3 anni.
Cara scuola, ti ricorderò per sempre come la MIA scuola che mi ha fatto crescere, perché come ci disse il Preside “Questa scuola non è mia, non è di chi l’ha costruita, ma è vostra ragazzi perchè la rendete tale creando ricordi dentro ad essa”. Ricorderò come questi 3 anni siano stati la cosa migliore e peggiore che per ora ho vissuto: e io che pensavo che avrei avuto un’esperienza esattamente uguale alle altre persone che avevano già affrontato la scuola secondaria di primo grado! Davvero mi sarei aspettata che non sarebbe successo niente, quando invece ne sono successe di tutti i colori? Forse noi terze siamo le classi che hanno subito più cambiamenti nella nostra vita: il Covid-19 il primo anno, impossibilitati al contatto fisico e visivo-reale, le restrizioni e le quarantene in seconda col terrore di essere affetti dal Covid, classi terze con tutta la pressioni della scelta della scuola e degli esami con l’aggiunta dello scoppio della guerra; la vita non è stata semplice in questo periodo.
Ti scrivo per dirti che ti ho odiato cara scuola, speravo che un giorno tutto sarebbe diventato più semplice. Compiti,verifiche ,interrogazioni, studio, il loop che si è ripetuto ogni anno; ti ho odiato perchè per 3 volte, il mese di maggio è sembrato l’Inferno di Dante con un girone apposito per ogni giorno che passavamo tra verifiche, interrogazioni e pressioni. Ti ho urlato contro ogni volta che un giorno non mi permettevi di vivere la mia vita fuori per vedermi con i miei amici, ti ho urlato contro ogni volta che mi facevi andare a dormire tardi per un compito e mi hai fatto svegliare la mattina più stanca e affranta che mai; ti disprezzavo per tutte quelle volte che mi facevi passare le settimane come un loop identico ripetuto per 5/6 volte al mese.
Come vedi, di aspetti negativi ne hai, ma in qualche modo anche dal peggio riesci a far trarre agli studenti il meglio. Ci hai fatti sentire protetti e “a casa”.
Ti scrivo per dirti che anche se ti ho odiato come ogni studente ha fatto, ti sono medesimamente grata per quello che hai fatto indirettamente. Sei riuscita a cambiarmi, o meglio sei riuscita a cambiare tutti, in meglio; e ancora mi chiedo come tu possa averlo fatto.
Sei riuscita a darmi soddisfazioni nel vedere un bel voto sul foglio di carta dell’elaborato dopo giorni di impegno per quella materia, sei riuscita a farmi cambiare umore, solo vedendo la presenza dei miei amici e compagni che, anche se posso non andare d’accordo con tutti, mi mancheranno e mi sembrerà strano non averli in classe perchè hanno fatto parte di un breve periodo della mia vita. Sei riuscita a stamparmi il sorriso in faccia ogni volta che i prof, magari anche quelli più seri, hanno lasciato intravedere il loro aspetto affettivo nei confronti degli studenti. Ti ringrazio per avermi fatto capire come si presenta il mondo al di fuori della nostra casa, ti sono grata per avermi fatto conoscere tutti quelli che ora sono entrati nel mio cuore, sei riuscita a modificare il nostro modo di pensare, di aprire la mente e di farci diventare più maturi per comprendere le situazioni quelle che vanno distinte in “buffonate” e cose “importanti”, sei riuscita a farmi affezionare a te.
Mi mancheranno quei piccoli dettagli e ricordi creati da te. Mi mancheranno gli sguardi di gente prima sconosciuta e poi conosciuta meglio di chiunque altro, gli sguardi delle persone che cercavano di capire dove i professori stessero guardando per copiare a una verifica, mi mancheranno gli sguardi delle ragazze soprattutto che cercano di mandare bigliettini alle altre senza farsi beccare dal prof, gli sguardi fieri e gli sguardi delusi, quando si è o non si è dato il meglio di sé, gli sguardi dei prof che riuscivano a leggerti attraverso gli occhi e gli occhi degli studenti bagnati di lacrime perchè pieni di compassione.
Sei riuscita a migliorarmi, a farmi capire che ho un posto nel mondo fin dalla nascita, un posto che va marcato il più possibile.
Ti sto scrivendo, cara scuola, per dirti che mi mancherai: rimarrai nel mio pensiero i primi giorni della nuova scuola che dovrò affrontare l’anno prossimo.
La parola “grazie”, composta da sole 6 lettere, ma con molti significati, andrebbe detta ai professori per essere stati al nostro fianco nei momenti peggiori; grazie ai nostri compagni di classe (anche a quelli con cui non era facile andare d’accordo); grazie ai nostri amici, i quali ci sono stati a fianco e sono stati proprio loro le cause dei nostri sorrisi durante il giorno.
Cara scuola, per me sei diventata come una seconda casa.
Ti auguro il meglio e lo auguro anche alle prossime classi, sperando che, quando gli alunni leggeranno il percorso fatto da me medesima, capiscano quali cambiamenti li aspetteranno!
Non ti prometto che verrò a salutarti tutti i giorni, ma ti prometto che seguirò sempre tutti gli insegnamenti che ho appreso in questi tre anni.
Ti saluto con questa lettera che è un vero e proprio addio.
Emma Melissa Iosif, 3^C
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