LA DAD: CI SIAMO RICASCATI!
di Alessia Mehdihoxha 3°C e Asia Marzo 3°D
2020, anno straziante
2020, iniziato in modo spensierato, finito in modo tragico. I primi due mesi sembravano normali, senza alcun tipo di cambiamento, ma marzo ci ha stravolti tutti. Era marzo. È arrivata la notizia: saremmo rimasti a casa due settimane, lezioni sospese, facce di alunni entusiasti nel non venire più a scuola, subito dopo l’ordinanza, tutti a chiamare amici e a comunicare loro questa notizia, ma nessuno si aspettava che questo lockdown ci avrebbe cambiato totalmente.
Dal puro e vero entusiasmo, siamo passati alle lacrime, al pianto e alla nostalgia, alla nostalgia di ciò che eravamo e di ciò che facevamo, perchè non sapevamo ancora che ciò che facevamo, sarebbe stato solamente un ricordo buio e lontano. La giornata era la stessa: sveglia, videolezione, pranzo, sonnellino, studio, uscita in giardino a prendere una boccata d’aria o in balcone per ammirare il vento che scompigliava i capelli oppure il sole che ci dava ancora la speranza di andare avanti; dopo si cenava, si guardava un film o si stava con il cellulare a chattare con gli amici e parenti, e si tornava a dormire. Questo si è ripetuto per mesi e mesi, fino a giugno.
Cosa ci ha fatto capire questo lockdown?
Questo faticoso, insormontabile e oserei dire, insopportabile lockdown, malgrado sia stato veramente arduo e complesso da vivere, penso ci abbia fatto capire realmente il valore delle piccole cose. Prima agli abbracci della mamma, al sorriso del fratello, al saluto del papà, all’abbraccio di un amico, alle sgridate di un professore, al ragazzo/a che ci piaceva aspettare davanti scuola, non ci facevamo tanto caso, erano cose così superflue per noi, che ci sembravano di dovere svolgere, ma queste piccole cose sono quelle che ci sono mancate di più:
quell’abbraccio, quel sorriso o quella pacca sulla spalla, sono state e sono tutt’ora, un po’ un sogno, uno di quei sogni che desideri più di ogni altra cosa. Dobbiamo farci forza, stringere i denti ancora più forte, essere speranzosi, anche quando tutto sembra andare nel verso sbagliato, bisogna esserlo, lo siamo stati per tutto l’anno, e lo dovremo essere ancora per un lungo periodo, ma non molliamo. Non lo abbiamo fatto tutto l’anno, e non lo faremo di certo ora.
2021 la storia si ripete
Era un mercoledì come un altro, e mentre molti studenti passavano un pomeriggio tranquillo arrivò il famigliare messaggio. E così che tornammo di nuovo in DAD (didattica a distanza) per la seconda volta.
Molti hanno reagito tristemente al pensiero di dover rivivere la situazione dell’anno precedente, piena di complicazioni. Altri invece erano sollevati per poter rimanere a casa più tempo o alzare i voti.
Ed è così, che felici o no, la routine ricominciava tra videolezioni e compiti, con la speranza di riuscire a finire l’anno in presenza e per i ragazzi di terza riuscire a fare l’esame tranquillamente. Alla ritrovata DAD si aggiungevano anche le ulteriori frustrazioni generate dalla nuova chiusura completa: niente sport, niente uscite, niente amici e niente parco, eravamo di nuovo rinchiusi in casa.
Ricordiamo e affrontiamo
Un anno fa ci stavamo preparando a due
settimane di lockdown, che poi
divennero, tre, quattro, cinque, fino a
365 giorni di puri imprevisti. Non
abbiamo mai avuto così tanta paura dei
colori arancione, rosso o giallo e ci
hanno fatto capire che gli eroi non sono
solo quelli con un mantello,
inconsciamente abbiamo combattuto un
nemico invisibile dove l’unica arma per
combatterlo è l’umanità!
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