di Alice Prencipe (1°D) e Sara Ferri (3°C)
La parola “OMOFOBIA”, è formata da due termini d’origine greca:
–HOMOIOS, lo stesso, il medesimo, e non dal latino “homo”, come molti pensano e –PHOBOS, paura.
L’omofobia è la cultura che ha prodotto paura o pregiudizio contro gli omosessuali che, in casi estremi, si manifesta sotto forma di bullismo o persino violenza. Ogni anno, dal 17 maggio 2004, si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia. La ricorrenza è anche un’occasione per fare il punto sull’avanzamento dei diritti delle persone LGBT nel mondo e sulle discriminazioni di cui ancora sono vittime in molti Paesi.
L’ORIGINE DEL TERMINE OMOFOBIA
Pensare che l’omofobia nasca con la chiesa cattolica è sbagliato, il termine
contro natura lo ha inventato Platone.
Il filosofo afferma nelle “Leggi£ che il rapporto tra due uomini è contro natura, come seminare sulle pietre infeconde.
Il termine omofobia, però, fu usato per la prima volta alla fine degli anni ’60, in modo prominente da George Weinberg, psicologo clinico americano, nel suo libro “Society and the Healthy Homosexual” (1972). Questo almeno è ciò che afferma Wikipedia, ma la stessa enciclopedia libera, alla voce ‘George Weinberg’, ci informa che questo termine apparve per la prima volta in un articolo redatto da Weinberg e intitolato: “THE HOMO SEXUALCITIZEN”. Tale articolo venne pubblicato sul settimanale SCREW del 5 Maggio 1969, mentre il movimento dei diritti degli omosessuali muoveva i suoi primi passi in America.
OMOFOBIA E BULLISMO OMOFOBO A SCUOLA
La discriminazione può portare a vivere la scuola con disagio, aumentando l’insicurezza personale e relazionale, con mancato proseguimento degli studi e maggiore difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. La discriminazione omofobica portata avanti da scuola e società espone gli omosessuali a un maggior rischio di disturbi dell’umore e consumo di alcool.
Il suicidio sembra essere la prima causa di morte tra i giovani omosessuali (una grande percentuale di essi ha pensato almeno una volta alla possibilità di suicidarsi). Questi dati suggeriscono che il fatto di essere omosessuali costituisca un fattore di rischio aggiuntivo alla possibilità di commettere suicidio rispetto agli adolescenti eterosessuali. Il 25% dei suicidi tra giovani europei di età compresa fra i 16 e i 25 anni è attribuibile all’ omofobia: ma attenzione non è la parola omosessuale ad uccidere, ma gli atti omofobi.
LEGGI A TUTELA DEGLI OMOSESSUALI IN ITALIA
‘’La Camera ha approvato il disegno di legge contro l’omofobia: sarà punita come le discriminazioni razziali’’ queste sono le frasi che il 4 novembre 2020 uscirono su tutti i giornali.
La legge approvata dalla Camera (il cui nome per esteso è lotta alle discriminazioni per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale o identità di genere), aggiunge quindi alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi gli atti discriminatori fondati appunto “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”, prevedendo le seguenti pene, che potranno essere commutate anche parzialmente in lavori di pubblica utilità da svolgere ad esempio presso associazioni di tutela delle vittime:
- reclusione fino ad un anno e 6 mesi o multa fino a 000 euro per chiunque commetta atti di discriminazione fondati su tali motivi;
- reclusione da 6 mesi a 4 anni per chiunque commetta violenza per tali motivi;
- reclusione da 6 mesi a 4 anni per chiunque partecipa o presta assistenza a organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per tali
Questo, purtroppo, non è servito a molto fino ad ora. I ragazzi che si tolgono la vita a causa di discriminazioni sono ancora troppi. Le persone ancora non riescono a dare un peso alle parole che usano e costantemente si giustificano dietro ad un ‘’ma io stavo solo scherzando’’ … lo scherzo è bello se capito da entrambi, in caso contrario può diventare un inferno per chi lo subisce.
Le parole hanno un peso e se non si è in grado di usarle è meglio stare zitti.
L’OMOFOBIA IN EUROPA
Analizzando le notizie che arrivano dai diversi mezzi d’informazione, ci si rende conto di quanto il fenomeno, seppur così ben descritto da un punto di vista normativo, non sia universalmente riconosciuto da tutta la società civile, né affrontato concretamente. Un sondaggio dell’Unione Europea condanna senza appello il nostro Paese, relegato in fondo a tutte le classifiche quando si parla di libertà sessuale.
Linea dura dell’Ue: basta omofobia, niente fondi agli Stati che discriminano gli omosessuali.
Ursula von der Leyen promette lo stop ai contributi nei confronti dei Governi che non rispettano la comunità Lgb e rinnova il suo invito al riconoscimento reciproco dello status familiare: “Chi è genitore in un Paese lo sia in tutta Europa”.
Secondo la presidente della Commissione europea “la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale non deve trovare posto nell’Unione europea”. Un’affermazione di buon senso accompagnata da una promessa inedita. “Per quanto mi sarà possibile – ha detto – agirò contro il fenomeno, anche con la sospensione della distribuzione dei fondi e portando i Governi di fronte ai giudici”, come richiesto da anni da tanti esponenti della società civile e del mondo politico.
– Ogni persona deve essere libera di amare chi vuole ed essere se stessa- dice la von der Leyen.
In calce il link per scaricare l’articolo:
3 – CULTURA & SOCIETA’ – L’omofobia